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"Mi piace il vino perchè somiglia alle persone"

 

dichiarava al «Corriere della Sera» il regista Jonathan Nossiter, sull’onda dell’attenzione, non priva di polemiche, suscitata dalla presentazione a Cannes del film Mondovino. «Ogni imprenditore è contadino e artista. Poco alla volta, le interviste mi hanno fatto capire la valenza culturale di chi fa il vino, il paesaggio umano delle generazioni, l’importanza della convivialità.» E ancora, a «La Repubblica»: «Il vino è un museo che vive, testimone della storia dell’uomo; è il riflesso di chi lo produce, della terra che lo produce: è cultura.»


Abbiamo fatto nostre le parole del cineasta americano, aggirandoci, non per il mondo ma nel Cantone, per conto dell’Associazione viticoltori vinificatori ticinesi: un grafico, un pittore e chi scrive, con il compito di dar parola e volto a oltre trenta piccoli e medi produttori consociati nel progetto «L’arte di coltivare il vino». L’idea era di affidare a un punto di vista esterno e a una voce narrante in terza persona il disegno globale dei cosiddetti «nuovi» viti-vinicoltori che, a partire dagli anni Settanta, si sono andati affacciando in Ticino. Ne è nato uno Schedario delle singole aziende e dei rispettivi vini: un variegato mosaico di ritratti e realtà differenti.

Chi sono i viticoltori vinificatori ticinesi? E perché sono qui raccolti all’insegna dell’Arte di coltivare il vino? Successivamente all’abbandono della terra nel secondo dopoguerra, essi si sono andati diffondendo in tutto il Cantone a seguito dei primi pionieri insediatisi d’oltralpe. Chi proveniente da studi superiori, chi da un’azienda famigliare, chi convertendosi da un impiego o da una libera professione, applicano al savoir faire tradizionale criteri coltivi e enologici d’avanguardia, garantendo in proprio la qualità del prodotto – per così dire: dalla terra al bicchiere. In altri termini, i viti-vinicoltori sono andati superando la moderna suddivisione di chi coltiva la vite, chi ne vinifica il frutto e chi lo imbottiglia e commercia, per riagganciarsi alla più antica tradizione di «coltivare il vino» fin dall’impianto del proprio vigneto.


L’Arte andrà dunque intesa, sia nel senso consociativo di corporazione e mestiere (come l’Arte dei Vinattieri ai tempi di Dante), sia in quello di manufatto artistico-artigianale. Ben poche professioni, scrivevamo in occasione di un primo Vademecum, rispondono oggi a una consimile cura della medesima «mano», dalla produzione della materia prima alla confezione dell’artefatto; fatta appunto eccezione delle discipline artistiche.


Non sorprende allora che, tenuto conto delle tre variabili che contraddistinguono la qualità di un vino (la varietà del vitigno, il sito e l’uomo), esso possa, in qualche modo, somigliare a chi lo produce – contadino e artista, depositario di valenze culturali fin dai tempi di Dioniso e Noè. Un vino è cultura, «museo che vive» le cui risonanze vanno ben oltre l’immediatezza della percezione olfattivo-papillare. Esso rimanda a dirupati ronchi amorosamente restaurati, a vecchi casolari e antiche tenute tornate in vita con tecnologie d’avanguardia, a monumentali cantine recuperate alla loro funzione o, viceversa, rispondenti all’estetica della moderna architettura. Sorprendenti enclaves paesaggistiche, incastonate nello sviluppo urbano su vedute da Grand Tour, cariche di storia e senso.


Dallo scasso del terreno, all’impianto del vigneto, alla prima vinificazione, trascorrono almeno cinque anni; ce ne vorranno perlomeno altrettanti per produrre un vino d’eccellenza – senza dire dell’invecchiamento in cantina. L’Arte di coltivare il vino troverà, allora, riscontro nei tratti di pennello su una tela e negli aspetti temporali di un testo di tipo narrativo. Analogamente al paziente processo messo in atto dalla mano dell’artigiano, una storia e un dipinto presuppongono, a loro volta, una micro-sequenza di eventi in successione. Essi configurano un «piccolo mondo» di immagini o parole, corrispondente al ben più vario e vasto mondo reale. Resta al lettore di liberarne, dalla bottiglia, l’aroma.



Fabio Guindani



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